Dublino, per cominciare

Dublino, per cominciare


Già nella presentazione al sito ho accennato al particolare rapporto che ho con la capitale irlandese. Non credo sia un argomento interessante di per sé, ma il progetto che voglio portare avanti è lungo e complesso e mi è sembrato il caso di iniziare a presentarlo dalle origini e dunque da una prospettiva personale. Così ho dedicato a questo rapporto tre pagine che ho intitolato Ritorni. Oltre a spiegare meglio perché proprio Dublino, in Ritorni provo anche a rispondere alla domanda che mi sono posto, probabilmente prima di voi, e che riguarda il perché tanti ne continuino a scrivere. Lo so, suona come una ricerca di autoassoluzione, ma sono convinto che la risposta vada oltre, abbastanza da lasciarsi alle spalle questioni di adeguatezza o meno.

Qui invece mi preme anticipare ciò che il progetto dovrebbe contenere - e cosa no. Se ci provassi con una frase ad effetto, direi che dovrebbe contenere tutto quello che non vi aspettereste di trovare. Ma non lo dirò. Il punto è che dopo tanti anni di cose viste e lette, di appunti e di foto, di temi e argomenti e storie accumulati, lavorare sulle pagine che raccontano Dublino è diventato un gioco in cui ho dovuto inventare le regole più volte. Regole o punti fermi, fate voi, comunque il primo è stato di rimanere lontano dagli obiettivi di una guida turistica. Di qualsiasi tipo e taglio, compreso quello piacione che ti suggerisce i luoghi nascosti, le cose che solo la gente del posto... Ci siamo capiti. (Poi i luoghi nascosti, i pub e i locali e queste cose qua, è davvero possibile lasciarli fuori? Vedremo). Un altro è stato di evitare di raggomitolarmi nel resoconto di esperienze di viaggio, la prospettiva data dall' "ho visto, ho fatto, ho incontrato" mi è parsa sacrificabile. O quantomeno, se devo partire dall'io che sia solo quando è utile.

E dunque, se è vero, come è noto ai più, che Dublino è la città della Guinness e di Joyce e di altri scrittori di fama e pure premi Nobel, della cattedrale di San Patrizio e del Trinity College, degli U2 e di decine di altri musicisti che hanno fatto la storia della musica come la conosciamo (e la stanno facendo mentre leggete), è anche un luogo in cui hanno convissuto splendore e miseria, che ha conosciuto l'oppressione e la sanguinosa conquista della libertà, che ha rischiato di perdere l'anima ma non l'ha fatto forse appena in tempo, ed è anche un luogo la cui storia può essere raccontata dai ponti che attraversano il fiume che divide la citta in due (i compilatori dei dizionari geografici già all'inizio dell'800 si premuravano di far notare che erano due parti uguali), o dalla forma delle sue strade, strade che hanno visto edifici crollare e monumenti saltare in aria, mentre per secoli dal mare sono arrivate genti a dare un contributo alla sua crescita, prima che la flotta di Ryanair accelerasse questi movimenti, aprendola realmente al mondo intero.

Ecco, per mettere ordine in tutto questo e nel resto che non sto a elencare, mi ci vorrà del tempo. Intanto, dopo la parentesi personale di Ritorni, ho fatto seguire un testo che si concentra su un momento peculiare della storia della città, che è di poco precedente a quello in cui inizia la mia storia con Dublino. Mille anni o poco più racconta infatti le - improbabili, esagerate ma in fondo utili - celebrazioni del suo millenario nel 1988.
Per il resto, come ho detto, si vedrà: non ho un piano editoriale o uno schema da seguire. Del resto questo non è un libro, qui i modelli sono flessibili e gli approcci vari e mi sembra più giusto così, perché scrivere di Dublino è una sfida eccitante e divertente, ma saper cambiare passo come la città cambia la sua luce ogni giorno, consente di mostrare di più e spero meglio.

Per farla breve, il cantiere è aperto, le idee molte, alcune ancora da esplorare. Spero di trovare qualcuno che abbia voglia di vedere un po’ cosa succede da adesso in poi. Sia chi conosce la città o chi vorrebbe andarci e intanto prova a farsi un'idea. Ma benvenuti siano anche coloro che legittimamente si domandano "Dublino cosa?". Nel caso, vi ringrazio assai. E poi fatemi sapere. Iscrivetevi alla newsletter, vi terrò aggiornati, voi direte la vostra.